Cerca nel sito

Invia ad un amico
Livello del fiume Bacchiglione
e previsioni meteo di Vicenza

La buona cucina del radicchio

Un ruolo determinante nella valorizzazione di un prodotto di pregio come il radicchio rosso di Verona è senza dubbio quello della ristorazione. Nei ricordi dei meno giovani sono senza dubbio le scorpacciate di 'zermoi col lardo', piatto tipicamente vicentino, semplice ma così gustoso da aver varcato i confini della provincia affermandosi anche a Castelfranco e a Treviso. Utilizzato in sostituzione del costoso olio d'oliva, il lardo veniva dapprima battuto con un coltello scaldato sulle braci, poi fatto sciogliere al fuoco in un tegame, e infine, dopo che vi era stato aggiunto un po' di aceto, sale e pepe, versato sulle verdure. Delizioso, con buona pace dei profeti del colesterolo che dovevano ancora venire con i loro giusti ma deprimenti insegnamenti. A partire da questo piatto tradizionale, la rassegna degli utilizzi gastronomici del radicchio, ben prestandosi alla cottura e all'abbinamento con funghi e quant'altro, è praticamente infinita.

È quanto si evince dai menù dei ristoranti del gruppo «Le Buone Tavole dei Berici» che ogni anno, a fine novembre, organizzano serate a tema per onorare con creatività questo generoso fiore d'inverno. Volendo comporre un banchetto ideale che abbia per protagonista il radicchio di Asigliano citiamo:

come antipasto: una torta salata di radicchio su fonduta di Asiago; come primo: un risotto al radicchio brasato con scalogno e salsiccia; come pietanza: dei bocconcini di vitello con salsa al radicchio.

A far loro da contraltare, impegnandosi sul fronte della tradizione e della semplicità, dovranno essere gli operatori agrituristici con quei piatti casalinghi, come il pasticcio di radicchio o il 'radicio in tecia', che è sempre un piacere gustare.



Altri articoli