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Scheda 1.1.1 Scheda documentale: Il generale Antonini

Il generale Giacomo Antonini in un ritratto apparso verso la fine del 1848 sull'ebdomadario "Il mondo illustrato" edito a Torino dai fratelli Pomba.

Già ufficiale dell'esercito napoleonico, poi maggiore nell'ottavo reggimento di linea dell'armata polacca, nella primavera del 1848 l'Antonini si trovava esule a Parigi. Qui egli venne acclamato comandante di una legione che si era andata costituendo tra gli italiani residenti nella capitale francese e desiderosi di partecipare alla guerra di liberazione che si stava combattendo in Italia settentrionale. Arrivato a Vicenza alle ore 9 del 21 maggio 1848, l'Antonini volle subito attaccare le truppe del generale Thurn che stavano cercando di raggiungere Verona dopo l'infruttuoso attacco del giorno precedente (Scheda 1.5.1).

Alle obiezioni del generale Durando "l'Antonini severamente rispondeva: un generale non domanda quanti sono i nemici ma dove sono -". Punto sul vivo il Durando acconsentì allora al progetto dell'Antonini promettendogli due pezzi d'artiglieria ed un battaglione di svizzeri che sarebbe stato di riserva.

La truppa dell'Antonini impegnò la retroguardia austriaca composta da un battaglione del reggimento Piret ed uno del Kinsky. Quest'ultimo era un reparto combattivo che cercava di far dimenticare presso l'esercito la magra figura del 22 marzo precedente a Venezia quando l'intero reggimento, senza sparare un solo colpo, si era arreso ed aveva lasciato la città lagunare imbarcandosi per Trieste.

L'anonimo autore di uno scritto biografico-apologetico dell'Antonini sembra dare ogni colpa delle disgrazie dello stesso al generale Durando che, a momento dell'attacco, fece ritirare l'artiglieria e gli svizzeri di riserva, per cui "l'Antonini fortemente preoccupato di salvare la gente posta agli ordini di lui… non vide altro scampo che di guadagnare a viva forza la posizione nemica. Laonde ordinò di attaccare alla baionetta…. Fu in quell'orrenda mischia che trovandosi l'Antonini tra le prime file spingendo gli animosi venne colpito da un colpo di mitraglia che gli spezzò il braccio destro ".

In realtà, giudicando con obiettività, viene da pensare - e molti contemporanei furono di questo parere - che quella dell'Antonini fu solo una bravata che costò alcune vite e che, soprattutto, sciupò la vittoria del giorno precedente. Trasportato in città all'Hotel de la Ville (Piazza Castello), l'Antonini dovette subire da parte del chirurgo Giuseppe Petrali, la disarticolazione del braccio in quanto la ferita minacciava cancrena. Si trattava di un intervento tra i più semplici della chirurgia militare dell'epoca: in poco più di cinque minuti il generale perdette un braccio ma ebbe salva la vita. Più gravi i rischi durante la convalescenza: nel corso del bombardamento austriaco del 24 maggio (Scheda 1.3.2) l'albergo che ospitava il generale venne (per caso, ritengo) preso di mira dai cannoni austriaci e ripetutamente colpito. Pochi giorni più tardi l'Antonini veniva trasferito a Venezia ed in seguito a Torino dove moriva il 5 novembre 1854.

Giacomo Antonini era nato a Prato Sesia (Novara) il 29 ottobre 1792.

INDICE:
Itinerario 1.1 : Ponte Alto
Il generale Antonini